LETTURE D’ESTATE: DACIA MARAINI

5 luglio 2023

Mi piace molto scrivere ma, ovviamente, viene prima l’amore per la lettura, una compagna di vita straordinaria, che mi ha fatto conoscere tanta gente, tante cose, tante sensazioni, tanti personaggi. Tanti scrittori.

Di tanto in tanto mi soffermo su qualcuno di questi e mi viene voglia di presentarli. E allora perché non farlo con i lettori del mio blog? È vero che abbiamo tanti problemi, e da questo blog spesso ne parlo, ma c’è bisogno anche di un attimo di serenità. Allora perché non un buon libro? O magari quattro?

In fondo l’estate è appena cominciata, qualche momento di svago potrai prenderlo anche tu, mi auguro. E quindi ho deciso di cimentarmi nel mestiere di “consigliere” di letture.

Ma anche in questo caso, in maniera un po’ difforme dalla norma. Non libri appena usciti o slegati tra loro, ma qualcosa che, oltre alla bella scrittura, ci porti un attimo a conoscere più da vicino, chi scrive e come: e perché!

Oggi voglio parlare di una scrittrice molto nota, che da tanti anni ormai vive in Abruzzo e che, per gli amanti del gossip, è stata a lungo la compagna di Alberto Moravia. Vero che viene da dire: “sticazzi”, ma non sempre è così. L’unione di pensiero tra persone è meravigliosa quando si ottengono delle cose meravigliose.

E io credo di averne trovata qualcuna.

Penso che Maraini abbia sempre scritto di sé, pur nella completezza della sua opera che spazia per ogni dove e in un lasso di tempo molto ampio.

Scrive di sé per esempio scrivendo a Pasolini (Caro Pierpaolo, 2022), a cent’anni dalla sua nascita e a quarantasette dalla morte.

Era stato un caro amico della maturità e, con lui, aveva condiviso momenti di lavoro e di svago esaltanti, come quella vacanza in Africa, fatta insieme ad Alberto Moravia e a Maria Callas, segretamente e timidamente innamorata di Pierpaolo, pur conoscendo le sue preferenze sessuali.

Parla di sé perché raccontando gli attimi di vita tra loro, la grande amicizia tra Pierpaolo e Alberto, racconta le sue esperienze, la sua vita, il suo trasformarsi, convinta com’è che sia necessario raccontare anche fatti personali, di elevato valore, che altrimenti andrebbero perduti.

E Dacia parla di sé anche quando parla di una porzione della sua vita di bambina, trascorsa nella casa materna a Bagheria (1993), dopo il ritorno dai campi di concentramento in Giappone.

Dacia con la sua famiglia viene portata in quel paese siciliano, luogo di origine della sua famiglia di parte materna e, successivamente alla fuga in Toscana del padre, soffocato dai debiti, si ritrova a vivere quella miseria che già aveva accarezzato nei campi di concentramento.

Racconta tanti episodi della sua vita e, non ultima, la violenza subita all’età di dieci anni da un amico di famiglia che ha approfittato di lei in un momento in cui si trovavano soli. Questo fatto avrebbe segnato per sempre la sua vita di scrittrice ma, sopratutto, di donna.

Racconta ancora di tutti i suoi parenti, uno per uno, della sottomissione atavica delle donne, della mafia e dei soprusi, dell’allontanamento irrefrenabile dalla sua famiglia, fino all’incontro con l’immagine di una sua antica parente, la Duchessa Marianna Ucrìa, muta, ma non dalla nascita.

Dopo questa esperienza è il momento delle voci o dell’assenza di esse. Dacia Maraini si confronta proprio con la vita di questa antica duchessa, nel libro La lunga vita di Marianna Ucrìa (1990).

La protagonista del romanzo, comunque in un misto tra realtà e immaginazione, è muta da quando, bambina, ha subito una violenza sessuale devastante che le ha fatto perdere la voce e l’udito.

Su questa storia e sulle “voci” di alcuni personaggi che Marianna sente dentro di sé, si sviluppa un romanzo avvincente e splendidamente descrittivo.

Da ultimo mi soffermo sulla costante delle “voci”, quelle che sente anche Michela Canova, la protagonista del romanzo Voci del 1994.

Anche tramite queste Michela, giornalista radiofonica, risolve un caso importante, anche se a costo del suo lavoro, perché la sua, in un ambiente ipocrita, diviene una posizione scomoda. La cosa determinante sta appunto nelle voci, sia immaginarie che reali che sente e che, pian piano, l’aiutano a sbrogliare la matassa.

Sembra proprio che Dacia Maraini non abbia fatto altro che scrivere pagine e pagine della sua vita. Tutte intrise di amore per la verità e per la giustizia sociale.

La lettura di questi quattro libri potrà farti passare dei momenti belli e istruttivi, ma sopratutto potrà aiutarti a comprendere dei punti di vista, a volte magari lontani dal tuo modo di pensare, ma confrontarsi serve, certo che serve.

P.S.: sto scrivendo questo post da giorni e poco fa, cercando delle foto, ho scoperto che proprio oggi Dacia Maraini era a Tortoreto!!! Ma alle 18 e ora sono le 23:15! Sigh. Ho perso un’occasione d’oro…

Un sorriso 😊