QUASI UN CAMPIONATO DI CALCIO

QUASI UN CAMPIONATO DI CALCIO

(lettera aperta ai miei concittadini – 12 dicembre 2023)

Ecco, alla fine pure io mi sono messo a parlare di pallone? Boh. Prova a leggere e vedrai.

In fondo questa è la storia di una cittadina immaginaria, partorita dalla mia confusa voglia di scrivere. E si parla di calcio e di politica. E di un prossimo scudetto che qualcuno dovrà pur cucirsi sulla maglia la prossima primavera.

La voce narrante è di un improbabile abitante sognatore di questa improbabile cittadina.

Qualche anno fa la Juventus ha vinto 9 campionati di fila (come, del resto, il Bayern di Monaco che, tra l’altro, è riuscito a fare meglio; ma i tedeschi, si sa, sono sempre un passo avanti).

TURIN, ITALY: Juventus’ fans celebrate the victory of their team in the Italian Serie A League, during the football match Juventus vs Cagliari at the Delle Alpi stadium in Turin 29 March 2005. Juventus, who wrapped up the league title last week, celebrated their 28th Scudetto in front of their own fans with a 4-2 victory against Cagliari. AFP PHOTO / Paco SERINELLI (Photo credit should read PACO SERINELLI/AFP via Getty Images)

Erano gli anni tra il 2011 e il 2020. Sembrava proprio non ci fosse nulla da fare per le altre squadre che, ormai, si erano abituate a partecipare al campionato correndo per il secondo posto o, perlomeno, per concludere entro il quarto, per via della “succulenta” partecipazione alla Champions League.

Ma io volevo parlare, per una volta ancora, di politica.

Vi presento quindi la politica cittadina.

Il nostro campionato dura, generalmente, cinque anni ma, in realtà, si accende di vitalità solo nel corso degli ultimi mesi. Si sa chi è primo, chi insegue, chi si ritira e rischia la serie B, ma anche chi, all’improvviso, risorge e torna a puntare in alto.

Da un lato c’è il centro-destra, o destra-centro ovvero destra-destra (come si preferisce), una squadra (si dice coalizione in politichese) che, pur non avendo bisogno di incrementi perché sufficientemente solida e forte da sola, continua in una campagna acquisti formidabile e che, con poco gioco, riesce a segnare gol a raffica, acquisendo sempre maggiori tifosi e sponsor. Loro sono i governanti.

Certo, negli anni dello strapotere juventino la Juve, forte del suo dominio sportivo assoluto e incontrastato, ha commesso degli illeciti amministrativi e finanziari che, alla fine, sono stati scoperti, e che le sono costate poi una drastica riduzione di punti e l’esclusione “per indegnità” dalle competizioni europee.

Non so se questi signori che governano la nostra città abbiano commesso degli illeciti né, nello specifico di quanto sto cercando di scrivere, la cosa suscita il mio interesse. Non ci penso proprio. Infatti gli scudetti vinti dalla Juve sono giustamente restati nell’albo d’oro, ergo… qualunque cosa dovesse accadere i fatti restano.

E poi non sta scritto in nessuna parte che se uno ritiene che l’altro abbia governato male la città, ci dovrà essere stato per forza un illecito commesso. Magari non è così, anzi, fino a prova contraria, non è affatto così. Esiste sempre l’incapacità o il progetto diverso. E forse loro il progetto diverso lo hanno raggiunto e potranno perfino avere l’ardire di dire di aver adempiuto a quello che era il loro programma elettorale.

Mai dire mai.

Semplicemente, se proprio devo dire la mia, direi che tante cose che andavano fatte non sono state fatte, altre non andavano proprio fatte ma le hanno fatte, altre ancora, che servivano come lustrini, sono, invece, state fatte in grande abbondanza. E il popolo gradisce perché, nelle condizioni attuali, c’è bisogno anche di svago. Anche se non sa se bolla in pentola qualche interesse privato o chissà cos’altro.

Veniamo alla seconda squadra (pardon coalizione ma… anzi no, forse no, meglio dire “squadre”). Correggerei con: passiamo alle squadre successive di questo fantasmagorico “campionato di calcio” locale.

Esistono diverse squadre, ruoli raddoppiati, pensieri comuni. Spesso e volentieri i programmi in larga parte coincidono, ma sanno di non poter competere con una coalizione ferrea e vincente, a meno di non limare le proprie personali aspettative in favore della collegialità, in favore di quello che ho già chiamato bene comune.

A tutti è chiaro che, per avere una minima possibilità di vincere il campionato, è necessario mettere su la squadra con le migliori risorse possibili, formandone una vincente. Avete presente i campionati europei del 2021? Ecco. L’Italia li ha vinti non avendo grandi fuoriclasse, ma avendo una squadra in cui ciascuno era al servizio dell’altro e tutti al servizio della causa comune: vincere la coppa.

Trasbordando il solito “calcio pensiero” nella striminzita e miope politica locale (che non si occupa di fatti nazionali perché “è troppo importante il bene della città”) facciamo finta che la costituenda coalizione che potrebbe contendere l’alloro alla coalizione governante si potrebbe chiamare centro-sinistra, o sinistra-centro ovvero sinistra-sinistra. Fate voi. Ma ormai destra o sinistra… cosa sono più?

Bene: è sempre più probabile che una coalizione così, completa di democratici, governanti, stelline, sociali, sostenibilisti, noisti, popolari, rinascenti, verdi e rosa, azionisti, regionisti e quant’altro… (o tropp’altro?), una coalizione così’ completa dicevo, è probabile che non trovi mai la luce, perlomeno al completo.

Dovrebbero trovarsi un possibile candidato “testa in capo” buono per tutti, destinato a battere l’attuale capataz, nonché gente in grado di governare la città, senza secondi fini, magari presentando pure un solo programma anziché mille. Ovviamente non riescono perché, come e peggio di cinque anni fa, non tutti sono disponibili a passi indietro in virtù di un bene comune principale: vincere le elezioni e non consegnare, ancora una volta, il potere all’altra.

E allora che campionato si gioca? Semplice: l’eterna lotta tra visibilità e invisibilità, essere secondi o terzi fa la differenza e, se la volta precedente “l’alto onore” di avere scranni toccò a qualcuno, stavolta potrebbe toccare a un altro. Che onore!

Rientra nella logica delle spartizioni? Non lo so.

Io faccio solo il lettore passeggiante.

Si sta costruendo una base da qualche parte che porti i giovani e la città a future ambiziose mete? Non credo, ma sempre che non so, anche se non vedo queste frotte di giovani alle riunioni di queste “aspiranti coalizioni”.

La verità? È che sono deluso e amareggiato. Sarà perché sto invecchiando, diranno le mie figlie, o perché sono stanco di lottare e dare una delega a chi non la merita? Se ne parlerà ancora.

Tempo fa avevo ipotizzato la stesura di un programma redatto dalla base e la presentazione di un candidato unico alle prossime comunali. La proposta resta aperta. Mio malgrado, se non si avverasse almeno la presentazione di un candidato unico, io non potrei, in tutta onestà, appoggiare pubblicamente alcuna coalizione monca. È ora di dire basta. E spero siano in tanti a dirlo insieme a me.

Andrò a votare, non foss’altro perché magari un solo voto potrebbe consegnare di nuovo la città a chi ce l’ha e non sarà certo la mia mancanza di voto a decretarlo. Ma continuerò a dire che è sbagliato non aver voluto mettere un candidato unico, indipendentemente dalle ragioni che ciascuna fazione pensa di avere! Per ottenere l’unico risultato interessante si può ben rinunciare a qualcosa. O no? O c’è dell’altro?

In fondo non è difficile presentare un candidato unico: è sufficiente che vengano eliminati coloro per i quali è stato posto un veto, e trovare un personaggio gradito a tutti. Difficile? Non credo. Si chiama mancanza di volontà o protagonismo?

Ma, riflettiamoci, è ancora dicembre, c’è sempre tempo per rinsavire miei cari amici e compagni (termini un po’ obsoleti ormai?) di una vita: proviamoci ancora una volta e facciamo in modo che gli altri non vincano la partita per essere i soli a competere per vincere davvero.

Il secondo posto non serve a nessuno, tranne che a chi vincerà a man bassa. Cerchiamo di riprenderci lo scudetto, indipendentemente da chi sia l’allenatore.

Forse dovremmo avere il coraggio di Nino:

De Gregori – La leva calcistica del 68

😊 Un sorriso